CAMBIA UOMO CAMBIA, UNA RASSEGNA DI FILM CON SULLO SFONDO LA PIAGA DEL FEMMINICIDIO
L’Uisp Firenze, riconoscendosi nei valori e nelle finalità, aderisce, appoggia e contribuisce all’iniziativa
“Cambia Uomo Cambia”, la rassegna cinematografica per riflettere e confrontarsi sulla violenza degli uomini contro le donne proposta dal Comitato Civico “Impariamo a dire Noi” in collaborazione con il cinema La Compagnia: dal 27 febbraio al 15 maggio, cinque film che affrontano, da diverse angolazioni, una drammatica e stringente emergenza sociale. Il cinema diventa quindi strumento di indagine, riflessione, confronto, su una delle più stringenti emergenze sociali: la violenza degli uomini contro le donne, la cui drammaticità è registrata dalle cronache quotidiane.
“Lo sport da sempre conosce e valorizza il gioco di squadra – sottolinea Marco Ceccantini, presidente dell’Uisp Firenze - il dire NOI anzichè IO. Insieme, in gruppo, in team è più facile perseguire risultati e vincere nelle gare sportive ma anche nella vita. Per questo abbiamo ritenuto di appoggiare l'iniziativa promossa dal Comitato Civico ‘Impariamo a dire Noi’ e diffondere e divulgare il progetto nel mondo sportivo.”
La rassegna cinematografica Cambia Uomo Cambia si tiene dal 27 febbraio al 15 maggio presso il cinema teatro La Compagnia (in via Cavour 50/r a Firenze), ed è proposta dal Comitato civico “Impariamo a dire Noi - Circolo Arci 25 Aprile contro la violenza maschile sulle donne”. Della rassegna fanno parte cinque film, selezionati in collaborazione con il Cinema La Compagnia di Firenze, presentati alla presenza di esperti, esponenti della società civile e religiosa, cineasti - che affrontano la piaga della violenza degli uomini contro le donne, da diversi punti di vista. L'iniziativa, che si rivolge principalmente agli uomini, propone una riflessione sulla cultura patriarcale all’interno della quale questa violenza nasce e prospera e, al tempo stesso, vuole individuare possibili vie d'uscita, grazie ad un lavoro di analisi e introspezione.
Questo il programma della rassegna “Cambia Uomo Cambia”.
Il 27 febbraio alle ore 21 c’è stato il film Un altro domani. Indagine sulla violenza nelle relazioni affettive. Un film del 2023 di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi. Alla presenza di Silvio Soldini. Attraverso voci e volti, testimonianze di vittime e responsabili, di magistrati, polizia e associazioni che si occupano del tema, il documentario cerca di raccontare un paese ancora dominato dalla cultura patriarcale, per illuminare le radici di una violenza che tocca la sfera più intima delle relazioni. E riguarda direttamente gli uomini. Al di sotto della punta dell’iceberg rappresentata dai femminicidi, il tentativo è di indagare quello che resta sommerso, tanto diffuso quanto spesso occultato nella sfera privata.
Il 5 marzo alle ore 21. Her (Lei). Un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix. Alla presenza di Tomaso Montanari. Un uomo scrive lettere d’amore per altri, per persone che non conosce, di cui immagina la vita e i sentimenti. Ha alle spalle una storia chiusa con la ex moglie, che non riesce a chiudere definitivamente. Scopre una nuova generazione di sistemi operativi, dotati di una intelligenza artificiale capace di modellarsi su di lui. Sui suoi desideri. La voce è quella dolce e seduttiva di Scarlett Johansson (nella versione italiana Micaela Ramazzotti). Ne nasce una specie di storia di amore. Se si può chiamare amore quello con una propria proiezione – che poi rivendicherà comunque autonomia...
Il 9 aprile alle ore 20.30 - L’accusa. Un film del 2021 di Yvan Attal con Charlotte Gainsbourg, Mathieu Kassovitz, Pierre Arditi, Ben Attal. Alla presenza di Don Andrea Bigalli. Studente d'ingegneria, Alexandre torna a Parigi e conosce Mila, figlia diciassettenne del nuovo compagno della madre. Vanno a una festa e il giorno dopo lui viene arrestato per stupro della ragazza. Alexandre si è approfittato di lei o Mila, come sostiene lui, è sempre stata consenziente? Classica difesa maschile, che qui però incrocia una sfera oscura del desiderio. Nel film, quindi, la domanda vera è da dove nasce e come si sviluppa il desiderio, dove comincia e quando finisce. Dove inizia la cultura maschile della prevaricazione.
Il 30 aprile alle ore 20.30 - Women talking. Il diritto di scegliere. Un film del 2022 di Sarah Polley, con Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Frances McDormand. Alla presenza di Don Alessandro Santoro e di Padre Bernardo Gianni. Una comunità religiosa iper patriarcale si lacera e si divide in due componenti: da un lato gli uomini, violentatori delle donne di ogni età, fatte addormentare, poi stuprate e umiliate; dall'altro le donne e le ragazze più grandi, riunite in un fienile per decidere come reagire. Perdonare, restare e combattere, oppure abbandonare la comunità per trasferirsi altrove. È finalmente la presa di parola, la comunicazione profonda, la costruzione di una comunità di pensiero e affetti. A fare il “verbale” è un uomo, solo a fare il verbale.
Il 15 maggio infine c’è Il popolo delle donne. Regia di Yuri Ancarani. Un film del 2023. Milano, Università Statale degli Studi. Una cattedra sul prato e la psicanalista Marina Valcarenghi che tiene una sorta di lezione sulle cause della violenza sulle donne e le possibilità di contrastarla. Laureata in giurisprudenza, è stata la prima psichiatra italiana a lavorare in carcere con detenuti condannati per stupro. Non è una lezione accademica: è il racconto delle esperienze vissute, degli uomini incontrati, delle storie ascoltate nella sua attività. Il tentativo di andare alle radici dell'odio per affrontarlo senza cadere nel vittimismo e nella negazione della violenza come istinto umano.
“Guardarsi dentro – spiegano gli organizzatori - per non sprofondare nella risposta violenta che proclama la proprietà dell’altra, dimostrando di non sapersi confrontare con la sua indipendenza. Emerge un bisogno di negare la libertà delle donne, che è affermazione paradossale dalla miseria di quel potere maschile patriarcale. Quella cultura e quella violenza ci riguardano comunque, anche se ce ne sentiamo lontani. Non è senso di colpa, è la consapevolezza di essere attraversati da una cultura diffusa che viene da lontano. Appartiene ancora al mondo che ci circonda, la respiriamo nelle case, nelle strade, nei luoghi di lavoro. E la sua crisi genera mostri. Tuttavia, proprio l’indebolirsi dei modelli di potere maschile, così pesanti anche per gli adolescenti che incontriamo, forse apre delle possibilità. Forse si può crescere senza censurare emozioni e fragilità, senza cancellare quelle parti di noi che non sono autorizzate dallo stereotipo del maschio ‘che non deve chiedere mai’. Si può chiedere e ascoltare. Si può essere padri nuovi, che non hanno più l’autorità “teologica” di una volta ma possono rappresentare se stessi per intero, testimoniare la loro ricerca di una vita autentica. E i ragazzi possono crescere, diventare uomini nelle forme creative che sapranno inventare con la propria vita. Fuori dal patriarcato, fuori dalla violenza, c‘è una pratica di libertà possibile anche per gli uomini. Possibile e felice”.